• Home
  • “Missita, missita! Cuando nos llevas a Italia?”

“Missita, missita! Cuando nos llevas a Italia?”

20 Febbraio 2018 AUCI 0 Comments

“Missita, missita! Cuando nos llevas a Italia?”

…..e già…qui è estate!! Ma i 3.500 m di altura a cui mi trovo la rendono più simile ad un inverno europeo, ahimè per gli amanti di spiaggia e ombrellone, ma hurrà per i trekking lovers!
I bambini, si sa, sono la voce della curiositá! Tante sono le domande che gli alunni della Casita, centro di rinforzo estivo, mi lanciano a raffica da ogni dove, in classe, sul ciglio della porta, per strada andando a fare la spesa, incuriositi dalla presenza di una ragazza esile e bianca. Sì, perchè se siete preoccupati di non avere il peso forma di un modello in copertina qui è il posto giusto per ritornare ad amare le proprie forme! Troppo riso e patate devo ancora papparmi per raggiungere la florida e accogliente abbondanza delle donne peruviane, forti, generose e tenaci tanto di forma quanto di carattere.
Tralasciando le mamme e tornando ai loro fanciulli, tra le centinaia di domande, dubbi e curiosità che si accendono come micce, spiccano i riferimenti al benessere che “sta là”, in Europa, e che qui non c’è. Un benessere visto alla TV, letto nei giornali e sentito dire dai genitori, nonni e da loro..dai bambini..questo benessere è proprio sulla bocca di tutti.
Tanto che i più audaci chiaccherando con me arrivano dritti al sodo: “Quando è la data di partenza per l’italia??? Quando si va? Con che macchina andiamo?”
I visi sporchi di terra, i capelli ancora bagnati dopo esser stati sciacquati in una tinozza di prima mattina, i maglioncini troppo grandi passati da qualche fratello maggiore, le caviglie scoperte dai pantaloni ormai troppo stretti, le macchie di cibo incrostate e gli strappi di usura che adornano l’outfit di questi bimbi che ogni mattina alle 8.30 si presentano qui alla Casita, parlano senza bisogno di nessun interprete della realtà che vivono e che hanno trovato in eredità.

Ma forse non sanno che proprio loro sono i guerrieri del mondo che verrà.
Proprio loro che durante l’estate vengono alla Casita a studiare, che vanno a scuola tutto l’anno e durante il quale anche i pomeriggi vengono qui per poter studiare e fare i compiti in un centro che li appoggia e li accoglie nel loro diritto più importante di piccoli uomini e donne..conoscere, come strumento decisivo di sviluppo per essere parte integrante di questo mondo e non estraniarsene ai margini.
Possono essere motivati, diligenti, appoggiati da una famiglia che appositamente lavora giorno e notte pur di garantire al proprio figlio l’istruzione e l’educazione che essi non hanno avuto, o svogliati, annoiati, circondati da familiari e da un ambiente che disincentiva lo studio, che lascia il banco vuoto per portarsi braccia in più al mercato o in negozio.
Ma sono sempre loro..i guerrieri di questo mondo…io starò qui qualche mese, altri ancora sono di passaggio, ma loro, molto probabilmente, sono coloro che restano e che faranno la vera differenza…..e un ambiente come quello che sto conoscendo e in cui sto dando il mio contributo è una culla per tutti loro….un focolare che arde di ogni singola fiamma che ogni bambino rappresenta. Un ambiente che crede in ognuno di loro e che spera possa essere terreno fertile per la loro crescita e che possa aiutarli a vedere che non c’è un altro mondo “la” in cui approdare e uno qui da dimenticare…ce n’è uno solo….che va curato dove riporta le ferite più grandi..con fatica, coraggio e speranza.
Una delle domande che arriva con semplicitá e purezza al cuore, come solo i bambini sanno fare, è: “missita Simona, perchè sei venuta qui se i tuoi genitori sono in Italia?”

Bella domanda…non si tratta più di cosa mangio, quante stagioni conosco, quanto costano in Italia i vestiti o come si dice albero in italiano..si tratta di me stavolta.
Che sei venuta a fare? Con il tuo viso pulito e gli euro in tasca? Non sono qui per salvare il mondo da sola o fare la paladina della giustizia, non si tratta di questo.
Sono qui umilmente da giovane ragazza, da educatrice, da italiana, per rendermi conto con i miei occhi delle estreme bellezze e delle crudi atrocità di questo mondo, sono qui perchè casa non è solo dove sono nata, ma è tutta la terra stessa e il servizio civile è uno dei modi che mi permette di alimentare queste sensazione. Sono qui perchè le gocce scavano la pietra.
Ci sono stati, ci sono, e non ho dubbi che ce ne saranno ancora, di momenti in cui perdo la speranza nel genere umano. Momenti in cui non ci credo più. Mi dico che è tutto inutile, non vale la pena, ma lì mi accorgo che sono finita nella sponda della melma, dell’immobilità, dell’indifferenza…e poco a poco mi ricredo, incontro persone che ce la fanno..che ce la fanno a poter scegliere..incontro quei genitori che accudiscono i propri figli come beni preziosi, pur con i vestiti sporchi e vivendo in una casa di lamiera, incontro coloro che lavorano dignitosamente, faticando ad arrivare a fine mese ma vivendo nell’onestà, incontro coloro che pur avendo un solo pane te ne offrono metà, incontro coloro che pur vedendomi straniera a questa terra mi vedono come una figlia. E rinizio a credere che si può ancora scegliere che direzione prendere..

…“è pericoloso vivere nel mondo non a causa di chi fa del male, ma a causa di chi guarda e lascia fare” Einstein

Credo in voi, gocce di rugiada che venite (più o meno..) tutti i giorni alla Casita, nonostante tutto.