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casco bianco: il racconto di un inizio

IL RACCONTO DI UN INIZIO

24 Ottobre 2022 AUCI 0 Comments

A fine agosto di questo anno 2022, insieme a Gaia Cagnacci, ostetrica, siamo arrivate in Kenya grazie al Servizio Civile, all’interno del progetto “Caschi bianchi per il diritto alla salute in Kenya” con Auci e il St. Camillus Mission di Karungu. 

 

Non appena arrivate abbiamo incontrato molte persone e ci siamo rese conto, subito, che avremmo dovuto ricordare i nomi di ognuna: qui a Karungu, una volta che incontri qualcuno, si aspettano che lo saluti menzionando sempre il suo nome o inizieranno a chiederti: «Hai dimenticato il mio nome?», «Come mi chiamo?»; Gaia ed io ancora facciamo molta fatica, ma stiamo lentamente migliorando, “pole pole” (lentamente) come direbbero i locali in Kiswahili.

La divisione degli obiettivi

Gaia ha iniziato subito in ospedale, imparando diverse pratiche mediche e scambiando le sue conoscenze su ciò che aveva imparato in Italia. A me, invece, è stato assegnato un ufficio nella casa di assistenza per bambini del Dala Kiye dove supporto l’attività di gestione del centro e le attività quotidiane richieste. Il Dala Kiye è il centro di accoglienza per bambini affetti da AIDS, la maggior parte di loro sono orfani parziali mentre alcuni sono totali. Il centro è stato costruito da Padre Emilio Balliana e fa parte della St Camillus Mission. Nel centro del Dala Kiye ci sono sei casette – Tai, Twiga, Simba, Tembo, Kiboko e Cheetah (come gli animali che si trovano in Kenya) –  ognuna con dieci bambini e due mamme per casetta che si danno il turno ogni due settimane. Altre attività che svolgo includono anche il dopo-scuola nel pomeriggio e una delle più interessanti è stata scoprire le varie aspirazioni future dei bambini: una delle ragazze sogna di lavorare come pilota per via del numero di piloti donne inferiore a quello di uomini, invece uno dei ragazzi vuole diventare giornalista, scoprire il mondo e informare la comunità di ciò che sta accadendo. È stato piacevole vedere che avevano grandi ambizioni.

Vivere in comunità

I bambini mi stanno insegnando molto, da parole in swahili, ad alcuni fatti politico-storici che trattano a scuola. Il calore dei loro sorrisi illumina le mie giornate. A volte sono io a dare loro energia, mettendo su musica e ballando, raccontando fatti interessanti e motivandoli a studiare e perseguire i loro sogni; altre volte mi fanno ridere giocando o facendo battute divertenti: è un dare e avere. Loro trovano il mio accento Inglese Britannico, essendo io bilingue, molto divertente e fastidioso a volte perché non riescono a capire il modo in cui pronuncio alcune parole. A metà settembre avevano le vacanze di metà semestre e, naturalmente, per quelli dell’ultimo anno, con gli esami che si avvicinavano, non è stata una vacanza così divertente. Ho programmato un orario rigoroso con molte classi. La settimana è trascorsa velocemente, la mia classe era esausta ma soddisfatta del loro nuovo apprendimento. 

Vedo i benefici di quel tempo trascorso con loro, comprendendo di più le loro personalità e i loro obiettivi nella vita. È stata una settimana molto faticosa ma ne è valsa la pena. Abbiamo festeggiato andando a nuotare nel lago con tutti gli altri bambini, assicurandoci che non ci fossero ippopotami nei dintorni: tutti nuotavano, spruzzavano acqua e si godevano il calore del sole. Penso che i bambini conserveranno questi ricordi sempre in un posto speciale, i giorni semplici e felici. E questo mi porta a una frase che vorrei condividere: “Non c'è bisogno di un motivo per essere felici“. Quei ragazzi, nonostante le loro difficili condizioni e le risorse limitate, sono in grado di essere felici ogni singolo giorno; malgrado tutti i loro problemi riescono a gioire delle piccole cose. Questo spirito è qualcosa a cui tengo e spero di imparare da loro.

Emma Sara D’Andrea

Casco Bianco con Auci a Karungu in Kenya.