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“TORNA DIVERSO…”

2 Settembre 2017 AUCI 0 Comments

“Torna diverso…”

Davanti a questo foglio bianco è difficile buttare giù pensieri che riassumano in maniera esaustiva un intero anno. Se penso all’intensità di questo percorso, faccio fatica a credere che siano trascorsi poco meno di dodici mesi, anzi, verrebbe quasi da iniziare a raccontare la mia esperienza con un “correva l’anno…”. Sembra passata una vita da quando, seduta in veranda, contemplavo il giardino e poi il lago, meravigliandomi di quanto fosse “un piccolo pezzo di Paradiso circondato dal nulla”.

Il nulla, è la prima cosa che ho pensato di questo villaggio quando sono arrivata: poche case con tetti in lamiera e una strada dissestata; il tutto lontano anni luce dalla realtà e dalla vita che avevo da poco lasciato. Ben presto ho fatto i conti con la realtà: se è vero che in Africa i tempi sono estremamente dilatati, è altrettanto vero che il turbinio di emozioni meravigliose e contrastanti che suscita è immediato, rapido da non lasciare tempo per abituarcisi. Puoi solo tuffarti e vedere cosa succede. Questa terra non è affatto “gentile”, si mostra nuda e tutto quanto è amplificato. Tutto si rivela senza troppi preamboli. Ti sbatte in faccia la crudeltà di una malattia, senza preavviso, senza pudore e con la stessa naturalezza con cui ti sconvolge per le sue maestose e meravigliose bellezze. Ti risucchia, che tu lo voglia o no, nei suoi colori caldi, tra la sua gente dagli occhi troppo profondi per riuscire a non perdercisi dentro, con la sua confusione dall’alba al tramonto che lascia spazio alla superba quiete della notte.

Quello che questa terra mi ha dato è difficile da esprimere a parole: quello che ho vissuto, visto e toccato con cuore e mani mi hanno cambiata. Quando vai via dall’Africa… non sei più la stessa persona. Mi sono ritrovata molto spesso a pensare e a cercare di comprendere il modo di vivere di queste persone, l’accettare disarmati e mostrando il sorriso più bello, il destino che è stato loro riservato e che, spesso, è alquanto infausto. Ho dovuto fare i conti anche quando l’idillio e la magia sono scomparsi, perchè Africa è anche HIV che colpisce senza pietà grandi e piccoli; è violenza durante le elezioni con una “guerra tra poveri” che si ripete costantemente ogni cinque anni; è la terra della voglia di riscatto ma spesso con altrettanta poca voglia di fare, nell’attesa che arrivi a spianare la strada qualcun’altro.

Ho impiegato un anno, momenti di rabbia e di delusione per riuscire ad accettare questo loro modo di vivere, ma ho capito che la chiave di tutto risiede in questo: “non cambiare ciò che non può essere cambiato” … Ah, il fatalismo africano! Forse è proprio per questo motivo che questi luoghi rapiscono, entrano dentro, non li dimentichi più e ad un certo punto non puoi più farne a meno. Quando spesso mi sono posta la domanda “sei sicura che è questo che vuoi fare nella tua vita?” cuore e mente, finalmente in sintonia, non hanno esitato a gridare all’unisono un sonoro “Sì”, anche se sono convinta che l’Africa vada presa a piccole dosi.

Alla fine di questo percorso e di questo “viaggio”, tiro le somme: mi guardo indietro e vedo una persona diversa che ho salutato e lasciato andare. Mi ritengo indubbiamente fortunata, perchè ho avuto la possibilità di toccare con mano una realtà veramente lontana dall’immaginario comune, e di potermi lasciare andare e farmi assorbire completamente, di viverla davvero. Posso dire con certezza che quello che ho ricavato da questa esperienza è di gran lunga superiore a quello che ho donato, perchè certi sguardi, mani e sorrisi non hanno prezzo, sono impagabili.

“La regola del viaggio è: non tornare come sei partito, torna diverso.”

Ylenia Pierdomenico, Casco Bianco in Kenya